Massacro a Gaza
Sì a sanzioni e al riconoscimento della Palestina

Noi gvlt lo avevamo detto già mesi fa (vedi post su Instagram del 12 maggio), ma ci teniamo a ripeterlo. Condanniamo il massacro che il governo di Israele sta portando avanti in Palestina e che ormai viene definito un genocidio sia dalla responsabile per i diritti umani dell’ONU che da numerosi esperti. E condanniamo la passività della Svizzera, che ha atteso fino al 21 luglio 2025 prima di denunciare l’inaccettabilità della politica a Gaza del governo israeliano, ma che è ancora ben lontana da fare quanto dovrebbe e potrebbe.
Noi siamo un partito liberale e che quindi crede fermamente nel rispetto universale dei diritti umani, del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario, valori che costituiscono il nostro DNA politico. Condanniamo ogni forma di discriminazione e violazione dei diritti umani, contro chiunque, indipendentemente da nazionalità, fede o altro ancora.
L’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 è stato un crimine terribile che la Svizzera ha giustamente condannato, così come è stato corretto l’inserimento di Hamas nella lista delle organizzazioni terroristiche. Tuttavia, la risposta del governo israeliano, con la devastazione sistematica della Striscia di Gaza, decine di migliaia di vittime civili, e l’impiego della fame come arma è disumana e non può essere considerata proporzionata né giustificabile. L’intervento della Corte Penale Internazionale, che sta indagando su possibili crimini contro l’umanità, è un segnale chiaro che non si può più ignorare.
Le politiche del governo israeliano, che includono l’espansione delle colonie in Cisgiordania e la repressione violenta dei palestinesi, sono contrarie al diritto internazionale e generano una spirale di violenza senza fine. La strategia del “pugno di ferro” non solo danneggia i palestinesi, ma mina la sicurezza a lungo termine del popolo israeliano stesso e alimenta un antisemitismo globale che va contrastato, non incentivato.
Di fronte a questa situazione orribile la passività della Svizzera, che ha espresso una condanna solo dopo oltre un anno e mezzo di massacro e che non si è espressa a favore di sanzioni né ha riconosciuto lo stato della Palestina, è inaccettabile e mina la credibilità internazionale del nostro Paese come promotore coerente e imparziale della pace. Ecco perché chiediamo a tutte le forze politiche svizzere di condannare con forza il massacro compiuto da Israele in Palestina e la passività del nostro governo. Al Consiglio Federale chiediamo invece di rispettare il tradizionale impegno della Svizzera a favore di diritto internazionale e umanitario, e quindi di:
- richiedere l’introduzione di sanzioni economiche nei confronti di Israele, come avviene anche nei confronti di altri Stati che si rendono colpevoli degli stessi crimini, e
- avviare il processo di riconoscimento dello Stato della Palestina da parte della Svizzera.
Noi gvlt ci battiamo per una Svizzera attiva, umanista e coraggiosa, capace di far sentire la propria voce nei momenti che contano. Restare neutrali di fronte a un massacro non è neutralità: è complicità.